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  1. COME A UN BALLO IN MASCHERA

    di ADORNO LUISA Pubblicato da SELLERIO EDITORE PALERMO Data Pubblicazione 5-1995 € 6,20

    Il senso vero del libro può forse essere colto nella lettera scritta su Un treno dal Sud, allegra e vitale che pur si chiude con un'ombra di malinconia: «Scrivere mi ha distolto da questo mare fuggente con un'altra mia tarda estate... ma, "Oscuramente forte è la vita"». «Sono per la vita - scrive Marina Cvetaeva -, per ciò che è stato. Ciò che è stato è la vita; come è stato è l'autore». Con questi racconti, in cui riappaiono personaggi e luoghi dei miei libri, continuo ad attingere al pozzo dell'esistenza. Così, dall'infanzia e dall'adolescenza in una limpida Toscana presto travolta dalla guerra, torno alla giovinezza e alla maturità nel diverso eppur tanto amato mondo siciliano, al lavoro, ai viaggi, con un'ironia intrisa di rimpianto e di tenerezza. Un'ironia che non cede nemmeno nell'incontro fra antichi compagni in cui, Come a un ballo in maschera, per riconoscersi bisogna dire chi siamo. Ma il senso vero del libro può forse essere colto nella lettera scritta su Un treno dal Sud, allegra e vitale che pur si chiude con un'ombra di malinconia: «Scrivere mi ha distolto da questo mare fuggente con un'altra mia tarda estate... ma, "Oscuramente forte è la vita"». (Luisa Adorno) Luisa Adorno è nata a Padova e vive a Roma. Ha collaborato a «Il Mondo» di Pannunzio e a «Paragone». I suoi romanzi L'ultima provincia (1983), Le dorate stanze (Premio Prato-Europa e Premio Pisa 1985), Arco di luminara (Premio Racalmare-Leonardo Sciascia e Premio Viareggio 1990), La libertà ha un cappello a cilindro (1993), Sebben che siamo donne (Premio Vittorini 1999) e Foglia d'acero (2001) pubblicati da questa casa editrice, sono tradotti in varie lingue. Con Jy ina tastnà ha curato la traduzione del romanzo di Helena mahelovà La fermata del treno dei boschi pubblicato nella collana «Il castello».

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  2. ULTIMA PROVINCIA (L')

    di ADORNO LUISA Pubblicato da SELLERIO EDITORE PALERMO Data Pubblicazione 3-1999 € 10,00

    Luisa Adorno L'ultima provincia Collana: La memoria pp. 180, Euro 8,00 Isbn: 88-389-0229-1 «Rare sono le volte in cui il Prefetto parli senza esservi costretto, rarissime quelle in cui la Prefettessa, essendovi costretta, riesca a farlo...». Un romanzo ambientato in una prefettura degli anni Cinquanta, attraverso cui Luisa Adorno traccia il ritratto della burocrazia italiana del dopoguerra. È difficile dalla letteratura italiana moderna e contemporanea ritagliare, sia pure in antologia di non rilevante volume, una letteratura delle istituzioni. Che cosa è il Parlamento, che cosa una prefettura, un ufficio di polizia, un consorzio agrario, un ente di assistenza, una capitaneria di porto, uno stato maggiore e così via, si ha l'impressione che soltanto la letteratura italiana ne abbia mancato la rappresentazione. Tanto vero che indelebili ci restano le eccezioni a questa regola: il Parlamento dell'Imperio di De Roberto, la questura di Roma di Carlo Emilio Gadda, L'Eca di Palermo di Matteo Collura... Questo libro di Luisa Adorno racconta che cosa è una prefettura, che cosa è un prefetto. E lo racconta con una vivacità, un'ironia, un brio da far pensare a certe pagine di Brancati. Luisa Adorno è nata a Padova e vive a Roma. Ha collaborato a «Il Mondo» di Pannunzio e a «Paragone». I suoi romanzi Le dorate stanze (!985, Premio Prato-Europa e Premio Pisa), Arco di luminara (Premio Racalmare-Leonardo Sciascia e Premio Viareggio 1990), La libertà ha un cappello a cilindro (1993), Sebben che siamo donne (Premio Vittorini 1999) e Foglia d'acero (2001), pubblicati da questa casa editrice, sono tradotti in varie lingue. Nella stessa collana i racconti di Come a un ballo in maschera (1995). Con Jy ina tastnà ha curato la traduzione del romanzo di Helena mahelovà La fermata del treno dei boschi pubblicato nella collana «Il castello».

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  3. DORATE STANZE (LE)

    di ADORNO LUISA Pubblicato da SELLERIO EDITORE PALERMO Data Pubblicazione 6-1999 € 10,00

    Luisa Adorno Le dorate stanze Collana: La memoria pp. 240, Euro 8,00 Isbn: 88-389-0265-8 La gioia di vivere, la giovinezza viene preservata da tre donne fin dai banchi di scuola nella Pisa anteguerra. «Eppure sarebbe bastato che erompesse una risata - si legge nella Noia del '937 di Brancati, il racconto che forse più intensamente risuscita le atmosfere degli anni Trenta italiani, - una di quelle risate squillanti, energiche, di autentica e personale gioia, perché tutti trasalissero di stupore, d'invidia e infine di vergogna, come un'accolta di suonatori stonati alla pura arcata di un Paganini». Questa risata Pirandello, probabilmente con la stessa intuizione, si era provata a farla esplodere un po' prima; ma in queste pagine di Luisa Adorno la ritroviamo come autentica e personale gioia che erompe dalla giovinezza delle tre protagoniste, nel primo di questa «storia in tre tempi». Cresce nell'aula del liceo a vincere «la noia dei brani di Mussolini da dilatare come temi in classe»; si modula d'ironia tra i piccoli fatti della Pisa d'anteguerra; si effonde ai goffi primi amori. Se le bombe la confondono nella diaspora della guerra, riesplode di entusiasmo con la Liberazione. Vibra ancora se la vita, che ha tentato logorarla, dà infine il suo ultimo bilancio: «la giovinezza è salva, per noi tre». Per questo danno il senso della religiosità compiuta - intesa come rispetto nell'accostarsi al respiro profondo dell'esistenza - gli incontri che animano gli altri due tempi della storia. Incroci con personaggi che non hanno nulla da salvare: con Anna, la matrigna coetanea, prigioniera del grande palazzo del Sud; col chiuso mal di vivere di Agathe, padrona della casa svizzera «che non ha visto la guerra». Luisa Adorno è nata a Padova e vive a Roma. Ha collaborato a «Il Mondo»di Pannunzio e a «Paragone». I suoi romanzi L'ultima provincia (1983), Le dorate stanze (Premio Prato-Europa e Premio Pisa), Arco di luminara (Premio Racalmare-Leonardo Sciascia e Premio Viareggio 1990), La libertà ha un cappello a cilindro (1993), Sebben che siamo donne (Premio Vittorini 1999) e Foglia d'acero (2001) pubblicati da questa casa editrice, sono tradotti in varie lingue. Nella stessa collana i racconti di Come a un ballo in maschera (1995). Con Jy ina tastnà ha curato la traduzione del romanzo di Helena mahelovà La fermata del treno dei boschi pubblicato nella collana «Il castello».

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  4. LIBERTA' HA UN CAPPELLO A CILINDRO (LA)

    di ADORNO LUISA Pubblicato da SELLERIO EDITORE PALERMO Data Pubblicazione 5-1993 € 7,75

    La continuità tra il regime socialista nella Russia di quaranta anni addietro e la situazione attuale dopo l'Ottantanove s'incarna nel ritratto di un cabarettista, libero, ieri come oggi, perché «non ha bisogno delle cose». È un libro epistolare di viaggio giocato su due piani del tempo incastonando in lettere contemporanee lettere dalla Russia degli anni Settanta, racconti di ripetuti soggiorni, allora, a Praga e a Cracovia in una residua, dura a morire, speranza di socialismo, fino al presente quando, dopo la frattura dell'Ottantanove, c'è il ritorno in quegli stessi paesi alla ricerca delle persone amiche di cui ascoltare o rivivere le esperienze. Le tante vicende non sono intrecciate nell'unica trama del movimento puntando sullo straordinario o sull'inatteso, vengono invece rivisitate con uguale attento animo amico le persone che hanno visto crollare il mondo in cui ancora credevano, quelle le cui speranze hanno preso faticosamente respiro o tese ora alla conquista del benessere. Ma è nel cabarettista polacco, che non aveva e non ha bisogno delle cose, «...nell'aria felice con cui aspettava, un po' alticcio, di entrare in scena per quelle ore di realizzazione di sé nella verità, che nessuno mai gli aveva potuto impedire» che si coglie un lampo di vera libertà. La scrittura, ora rapida ora distesa, tende ad annullare lo spazio e a fondere fatti e persone in un tessuto di ansie, miserie, speranze e guizzi di allegria. (Luisa Adorno). Luisa Adorno è nata a Padova e vive a Roma. Ha collaborato a «Il Mondo» di Pannunzio e a «Paragone». I suoi romanzi L'ultima provincia (1983), Le dorate stanze (Premio Prato-Europa e Premio Pisa 1985), Arco di luminara (Premio Racalmare-Leonardo Sciascia e Premio Viareggio 1990), La libertà ha un cappello a cilindro (1993), Sebben che siamo donne (Premio Vittorini 1999) e Foglia d'acero (2001) pubblicati da questa casa editrice, sono tradotti in varie lingue. Nella stessa collana i racconti di Come a un ballo in maschera (1995). Con Jy ina tastnà ha curato la traduzione del romanzo di Helena mahelovà La fermata del treno dei boschi pubblicato nella collana «Il castello».

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  5. SEBBEN CHE SIAMO DONNE...

    di ADORNO LUISA Pubblicato da SELLERIO EDITORE PALERMO Data Pubblicazione 4-1999 € 7,75

    Luisa Adorno Sebben che siamo donne... Collana: La memoria pp. 180, Euro 7,75 Isbn: 88-389-1513-X «Sebben che siamo donne paura non abbiamo...!»... «Canti la canzone di lotta delle mondine mentre lustri la vita degli altri!». Il Sessantotto era ancora da venire e con quelle parole lei cantava la libertà duramente conquistata. (Luisa Adorno) «Sebben che siamo donne paura non abbiamo...!» cantava ogni mattina, appena alzata, una delle amiche con cui dividevamo la casa delle nostre arronzate vacanze invernali, mescolando i figli bambini finché diventarono ragazzi. Cantava piegata in due a raccattare maglie e calzini, a legare scarponi o spazzando alacre la stanza. «Almeno non gorgheggiare!» le dicevamo per frenarla. «Canti la canzone di lotta delle mondine mentre lustri la vita degli altri!». Alzava la testa e sorrideva come per scusarsi dell'umile entusiasmo che la muoveva, ma gli occhi scintillavano d'intelligenza, di consapevole gioia. Il Sessantotto era ancora da venire e con quelle parole lei cantava la libertà duramente conquistata, la fierezza delle idee, la soddisfazione della ricerca a cui si dedicava nel tempo ritagliato fra il lavoro a scuola e le cure della famiglia, cantava infine il piacere di quei giorni di vita corale, di contatto, oltre il solito, con gli stessi figli sia pure al prezzo di continui minuti servigi. (Luisa Adorno). Luisa Adorno è nata a Padova e vive a Roma. Ha collaborato a «Il Mondo» di Pannunzio e a «Paragone». I suoi romanzi L'ultima provincia (1983), Le dorate stanze (Premio Prato-Europa e Premio Pisa 1985), Arco di luminara (Premio Racalmare-Leonardo Sciascia e Premio Viareggio 1990), La libertà ha un cappello a cilindro (1993), Come a un ballo in maschera (1995), Sebben che siamo donne (Premio Vittorini 1999) e Foglia d'acero (2001) pubblicati da questa casa editrice, sono tradotti in varie lingue. Con Jy ina tastnà ha curato la traduzione del romanzo di Helena mahelovà La fermata del treno dei boschi pubblicato nella collana «Il castello».

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  6. FOGLIA D'ACERO

    di ADORNO LUISA; PECORINI MANZONI DANIELE Pubblicato da SELLERIO EDITORE PALERMO Data Pubblicazione 9-2001 € 9,30

    Luisa Adorno, Daniele Pecorini Manzoni Foglia d'acero Collana: La memoria pp. 224, Euro 9,30 Isbn: 88-389-1709-4 In un diario ritrovato la traccia del segreto di un viaggiatore leggendario, fuggito in Estremo Oriente agli inizi del '900. «Mi muove una curiosità intensa, la ricerca della verità su una persona e la storia di un'altra, da tempo scomparsa, solo da questa conosciuta». Il caso, un incontro occasionale con una cugina lontana, ha messo Luisa Adorno sulle tracce di uno «zio Daniele», che fino a quel momento era stato una leggenda di famiglia, sfocata come una vecchia fotografia. Era partito in bicicletta, appena laureato, da Padova, sul finire del secolo, per l'Inghilterra; era diventato funzionario di quell'immenso impero tardovittoriano, passando anni in estremo Oriente, da dove era ritornato per chiudere la carriera da diplomatico e collezionista di arte orientale. Ma nello sforzo di ravvivare i contorni sbiaditi di quella fotografia, di conoscere eventi e moventi, soprattutto di rispondere alla domanda su un misterioso ed esotico amore di Daniele, la scrittrice si imbatte in un libro, un diario, una memoria, che finisce col costituire il cuore del racconto della sua ricerca, che ne diventa in questo volume la cornice. Chi era Daniele Pecorini nella sua gioventù avventurosa? Una specie - forzando appena le cose - di conradiano Lord Jim: ma conradiano è sicuramente il clima che i suoi ricordi restituiscono. Intrighi interni, caratteri, e avventure esterne della vita dorata della colonia degli europei che l'imperialismo stanzia nei porti dei mari orientali, mentre ribolle la guerra russo-giapponese intorno a una storia d'amore inesorabilmente legata al destino di una vita. Luisa Adorno è nata a Padova e vive a Roma. Ha collaborato a «Il Mondo»di Pannunzio e a «Paragone». I suoi romanzi L'ultima provincia (1983), Le dorate stanze (Premio Prato-Europa e Premio Pisa), Arco di luminara (Premio Racalmare-Leonardo Sciascia e Premio Viareggio 1990), La libertà ha un cappello a cilindro (1993) e Sebben che siamo donne (Premio Vittorini 1999) pubblicati da questa casa editrice, sono tradotti in varie lingue. Con Jy ina tastnà ha curato la traduzione del romanzo di Helena mahelovà La fermata del treno dei boschi pubblicato nella collana «Il castello».

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  7. TUTTI QUI CON ME

    di ADORNO LUISA Pubblicato da SELLERIO EDITORE PALERMO Data Pubblicazione 4-2008 € 10,00

    In poche e rapide pennellate il ritratto di persone che hanno attraversato la vita dell'autrice: sullo sfondo la quotidianità sorprendentemente cangiante dal dopoguerra ad oggi. Ritratti di amici di un’esistenza intera, incastonati in racconti di memoria: persone nella vita di una scrittrice, restate nella sua fantasia prensile, sullo sfondo di una quotidianità sorprendentemente cangiante dal dopoguerra ad oggi. Alcune sono figure lontane, incontri brevi, a cui solo un movimento del destino ha permesso di non sbiadirsi del tutto; altri compagni di strada da sempre (qualcuno è stato un personaggio illustre). Immagini colte in un momento che li sopraffà tutti, come cercando quello che ne ha fissato nel modo più chiaro la personalità, la più veritiera realtà umana, fosse pure quella riflessa nel semplice gesto che mette in risalto una particolare postura, una linea del corpo. È questo un modello splendidamente letterario del ricordare persone, che le raffigura nel loro essere autentico pur raccontando minime avventure. Secondo lo stile di questa limpida pittrice di interni borghesi, dotata del tocco incantevole capace di rivivere il passato facendone emergere l’ironia dove ci si aspetterebbe la nostalgia. * Luisa Adorno è nata a Pisa e vive a Roma. Ha collaborato a «Il Mondo» di Pannunzio e a «Paragone». I suoi romanzi L'ultima provincia (1983), Le dorate stanze (1985, Premio Prato-Europa e Premio Pisa), Arco di luminara (1990, Premio Racalmare-Leonardo Sciascia e Premio Viareggio), La libertà ha un cappello a cilindro (1993), Sebben che siamo donne... (1999, Premio Vittorini) e Foglia d'acero con Daniele Pecorini Manzoni (2001) pubblicati da questa casa editrice, sono tradotti in varie lingue. Nella stessa collana i racconti di Come a un ballo in maschera (1995, Premio Donna Martina Franca).

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  8. ULTIMA PROVINCIA (L')

    di ADORNO LUISA Pubblicato da SELLERIO EDITORE PALERMO Data Pubblicazione 7-2021 € 10,00

    "È difficile dalla letteratura italiana moderna e contemporanea ritagliare, sia pure in antologia di non rilevante volume, una letteratura delle istituzioni. Che cosa è il Parlamento, che cosa una prefettura, un ufficio di polizia, un consorzio agrario, un ente di assistenza, una capitaneria di porto, uno stato maggiore, e così via, si ha l'impressione che soltanto la letteratura italiana ne abbia mancato la rappresentazione. Tanto vero che indelebili ci restano le eccezioni a questa regola: il Parlamento dell'Imperio di De Roberto, la questura di Roma di Carlo Emilio Gadda, l'Eca di Palermo di Matteo Collura... Questo libro di Luisa Adorno racconta che cosa è una prefettura, che cosa è un prefetto. E lo racconta con una vivacità, un'ironia, un brio da far pensare a certe pagine di Brancati." Leonardo Sciascia (1983)

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  9. QUALCOSA ANCH'IO

    di ADORNO LUISA Pubblicato da LE FARFALLE Data Pubblicazione 12-2015 € 10,00

    Sotto il segno di Sciascia, da cui proviene il folgorante aforisma in epigrafe, in questo volumetto Luisa Adorno ricama parole dense di destino e di bellezza. Si tratta di due lettere immaginarie, rivolte l'una a Ferdinando Scianna, l'altra ad Angelo Scandurra, a commento di alcune fotografie: di alto valore artistico quelle scattate da Scianna, di carattere privato o comunque occasionale le altre, ma tutte espressive per un discorso che, sotto apparenza divagante e minimalista, aspira a cogliere l'entelechia come avrebbe appunto detto Sciascia - di un viso, di un gesto, di un luogo. Su queste immagini lo sguardo si appunta, mentre la mente insegue ricordi, traccia bilanci, illumina significati. Riafferra il tempo perduto. Vede quello che non è possibile vedere: perché è scomparso, o perché richiede un terzo occhio, un occhio speciale. Come si legge in chiusura della lettera a Scandurra, a proposito dell'amata casa di Valverde e della sua meravigliosa terrazza: "se la notte è bella, si possono vedere le luci delle lampare. Questo nelle foto non c'è, ma noi lo sappiamo".

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  10. ARCO DI LUMINARA

    di ADORNO LUISA Pubblicato da SELLERIO EDITORE PALERMO Data Pubblicazione 8-2022 € 10,00

    "Arco di luminara" e "L'ultima provincia" sono per Luisa Adorno «i libri degli anni felici coi figli bambini, poi ragazzi, i suoceri, le antiche, familiari domestiche, quelli in cui scopro la Sicilia e la sicilianità di cui comincio col ridere e finisco con l'amare, riamata». Il protagonista è ancora una volta il suocero, il prefetto Vincenzo Adorno, uomo d'altri tempi che ormai in pensione si è trasferito con la moglie - la Prefettessa - e la fedele Concetta nella casa del figlio a Roma. La convivenza delle due famiglie, l'incontro-scontro tra i vecchi e i giovani, viene raccontato con vivacità e ironia in quella limpida lingua pisana, veloce e precisa, che fa della Adorno una scrittrice inimitabile. Un affresco di serena borghesia del dopoguerra, un lessico familiare che si compone di quadri e memorie collettive; e poi le estati alle pendici dell'Etna, il luogo dell'anima del prefetto, un fazzoletto di terra con la vigna e la casetta in pietra lavica, i riti familiari, le luminarie. Ma sono anche gli anni della vecchiaia e della nostalgia, il tramonto di un'epoca e l'ombra della morte che inevitabilmente si allunga.

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